
La storica tradizione della lavorazione della locale pietra arenaria ha trovato seguito, nel 1983, nel primo Simposio di scultura su pietra, fortemente voluto dall’allora Sindaco Giancarlo Muzzarelli e dagli scultori Italo Bortolotti, di Fanano, e Davide Scarabelli, di Pavullo nel Frignano.
I primi dieci anni della manifestazione sono stati caratterizzati dalla prevalenza di bassorilievo: si scolpiva in una settimana su lastre di pietra serena provenienti da cave esterne, per l’assenza locale di attività estrattive. I bassorilievi venivano poi collocati, in maniera estemporanea, sulle facciate degli edifici, privati in prevalenza, del Centro Storico e delle sette Frazioni.
Nel 1993, alla sua XI edizione, il Simposio conobbe un momento di grave crisi. Da una parte la mancanza di energie da parte del Comune e dall’altra un calo di attenzione e un generale malumore da parte della popolazione locale. Dopo dieci anni la popolazione cominciava a essere veramente stanca: non era più proponibile, in settembre (mese tradizionale), al termine di una stagione turistica impegnativa, una settimana con artisti provenienti da tutto il mondo. Una settimana di polvere e rumore, e suoli pubblici impegnati in queste attività.
La presenza di pubblico durante i giorni di lavoro era modesta e quindi mancava un riscontro diretto o comunque all’altezza dell’impegno. Le difficoltà economiche che negli anni avevano sortito il malcontento dei fornitori di pietra, dei ristoranti, degli alberghi e delle altre strutture ricettive contribuivano a questo clima negativo, o per lo meno di indifferenza. Vi era poi malcontento per l’estemporaneità delle collocazioni delle sculture e, a volte, per la loro qualità.
1983, primo Simposio di scultura su pietra
… Una settimana di polvere, rumore e suoli pubblici impegnati
1993, anno della crisi. Mancava un riscontro diretto all’altezza dell’impegno.


Quell’anno ha segnato in ogni caso una svolta verso un nuovo Simposio. L’allora Sindaco Zecchini, coadiuvato dall’intrepido Tiziano Bedonni, in collaborazione con Piergiorgio Balocchi, docente dell’Accademia di Carrara, diede vita in tempi rapidissimi ad un nuovo comitato. Era già la fine di giugno, ma con inviti diretti si riuscì comunque a dare luogo ad un’edizione ridotta che sortì dieci piccole sculture. Una manifestazione contestatissima da parte del mondo politico e di una parte della critica locale.
In quell’occasione fu presente Enrico Crispolti, che concluse la sua relazione sui temi della Scultura all’aperto augurandosi che un giorno si potesse realizzare a Fanano un Simposio degli Scalpellini. Parole che non sono state dimenticate.
Si iniziò da subito a pensare all’edizione successiva, per il 1994. L’idea fu quella di farsi accreditare dai Ministeri dell’Unione Europea uno scultore che rappresentasse il rispettivo paese. Inoltre si misero in campo alcune novità: un luogo più adeguato per i laboratori, che potesse ridurre i problemi del rumore e della polvere in ambito urbano; interventi a “tutto tondo” con cui i fruitori potessero entrare in contatto più direttamente; un periodo di lavorazione più ampio (3 settimane); un piccolo espediente, ammettendo, nell’ambito di un Simposio (in cui si prevedono in media dieci/quindici sculture), due/tre opere che rappresentassero un figurativo di qualità, cioè sculture che potessero essere immediatamente lette anche dal cittadino comune. Questo è diventato immediatamente un veicolo per aprire discussioni anche sulle opere meno immediate, quelle più complesse da leggere, da capire, da interpretare. Si decise poi di cominciare a utilizzare la pietra locale per le opere, e di organizzare il Simposio in un periodo più favorevole alla fruizione turistica e scolastica, creando i presupposti per un’economia diretta fra gli operatori locali. Nel periodo scolastico (maggio) i pullman si sarebbero potuti muovere per portare i ragazzi ai laboratori, a vedere gli scultori all’opera, e magari si sarebbero fermati un giorno in paese.
Questa nuova formula funzionò perfettamente (nonostante non sia stato possibile mettere in atto, nel 1994 l’anticipo al mese di maggio per problemi di programmazione), e unita alla messa in campo di una sezione collaterale realizzata in collaborazione con il Comune di Modena e a un’inaugurazione in grande stile, assistita da una magnifica giornata, sancì il rilancio della manifestazione.
Di grande impatto fu l’utilizzo di blocchi enormi del “nostro sasso” cavati nel campo di un agricoltore locale. Il sasso di Macchia.
Poi il 1995, con un’edizione speciale dedicata alle fontane in pietra locale, finalmente nel mese di maggio. E qui la constatazione che gli enormi sforzi lavorativi e finanziari per organizzare una manifestazione di qualità sempre crescente, dovevano trovare tempi adeguati e, sebbene a malincuore, si decise per una cadenza biennale.
E così il 1997, con la realizzazione di dieci sculture in pietra locale, è stato, a detta del pubblico e degli addetti, l’anno del rilancio in grande stile.
Si riesce a dar vita ad un nuovo comitato che comincia a pensare all’edizione successiva: gli scultori avrebbero rappresentato il rispettivo paese di provenienza.
La nuova formula funzionò perfettamente.
Viene usato il sasso di Macchia, enormi blocchi cavati dal campo dell’agricoltore.
Dal 1995 si decise poi per una cadenza biennale.
1997: anno del rilancio in grande stile.



L’anno successivo, l’idea di coniugare un progetto per la promozione di un itinerario turistico con un evento d’arte e cultura, quale il Simposio Internazionale di Scultura su Pietra di Fanano, fu entusiasmante. Era il marzo del 1998 quando il GAL Antico Frignano presentò a Fanano il progetto per la creazione di Circuiti dell’offerta turistica attraverso le vallate del nostro territorio. In particolare l’itinerario che si sviluppava da Nonantola a Pistoia, attraverso la Val Panaro, Fanano e la Valle di Ospitale, riprendeva elementi storici di grande spessore. La Via dei Pellegrini è divenuta, da quel momento, il luogo dove sviluppare il progetto del XV° Simposio, da realizzare nel 1999.
Una breve ricerca permise di individuare alcuni temi portanti del pellegrinaggio, temi su cui si sono basati gli scultori per le loro proposte. Da qui, nel febbraio 1999, la Mostra dei Bozzetti in Piazza Corsini che ha avuto l’onore della visita di Monsignor Benito Cocchi, Vescovo di Modena. La commissione artistica, tenuto conto delle preferenze espresse dai visitatori, ha alla fine accreditato al XV° Simposio i dieci scultori che avrebbero dovuto riprodurre in pietra, a grande scala, i loro bozzetti, corrispondenti ad altrettanti temi del pellegrinaggio. I lavori, eseguiti con la pietra delle vallate di Ospitale e Fellicarolo, hanno rispettato fedelmente i progetti e quindi soddisfatto le aspettative. Un gruppo straordinario di scultori ha saputo, insieme all’organizzazione, creare le condizioni per un ambiente di grande comunione e solidarietà, dove la fusione di diverse culture e forti personalità ha sortito un evento straordinario. A ciò ha contribuito anche la presenza, presso i laboratori all’aperto, del gruppo di “artigiani artisti” riunitisi a Fanano per il Primo Convegno degli Scalpellini, durante il quale sono state realizzate sei piccole fontane in pietra. Un connubio dunque fra arte, artigianato, storia e cultura difficilmente ripetibile.
L’edizione del 2001 ha dato seguito al progetto del 1999: da Nonantola a Pistoia per l’antica Via dei Pellegrini. Alle dieci sculture posizionate nel 1999 a partire da Nonantola, si aggiunsero dopo il Simposio del 2001 altre cinque opere. Una sesta opera, scolpita da Luciano Dionisi, celebrò il ponte che unisce Fanano e Fairbanks, città dell’Alaska fondata dal fananese Felice Pedroni e ora dimora dell’opera di Dionisi.
Nel 2003 si è voluto celebrare, nel senso della pace ed in forma attiva, uno dei momenti più drammatici vissuti dalle nostre genti e dall’Italia tutta: gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale che videro le nostre montagne quale teatro dei combattimenti che si conclusero con la cessazione del conflitto.
Il progetto prevedeva la realizzazione di dieci o quindici opere monumentali da collocare poi lungo la Linea Gotica, e l’idea era quella di poter abbracciare una fascia di territorio, dal Tirreno all’Adriatico, che comprendesse due Regioni, in un itinerario volto all’affermazione dei valori più alti della libertà dell’uomo e della nostra democrazia.
Entusiasmante l’idea di coniugare il Simposio Internazionale con un itinerario turistico
La via dei Pellegrini diventa il luogo e tema su cui sviluppare il progetto.
Il Primo Convegno degli Scalpellini fu un incontro fra artigianato, arte, storia e cultura difficilmente ripetibile.
Nel 2003 il progetto prevede di collocare le opere monumentali lungo la Linea Gotica, dal tirreno all’adriatico.